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RIFIUTI / GIURISPRUDENZA

La natura di rifiuto speciale ex art. 184, comma 3, lett. g), del d.lgs. n. 152/2006, da riconoscere alla F.O.S., deriva dal diritto positivo e precisamente dal medesimo d.lgs. n. 152/2006. Quest’ultimo, infatti, tra gli Allegati alla Parte IV contiene l’ ...

Dopo la pronucia ed il rinvio della Suprema Corte di dicembre (Cass. pen. Sez. III, Sent., (ud. 21-10-2010) 16-12-2010, n. 44404) su una misura cautelare convalidata (sequestro preventivo presso il porto di Taranto di 7 container contenenti rifiuti plasti ...

Il collegio osserva che il motivo di gravame è prevalentemente fondato su deduzioni di natura fattuale dirette a dimostrare che i prodotti caseari di cui alla contestazione erano destinati allo smaltimento come rifiuti; deduzioni in gran parte inammissibi ...

E' stato stabilito che il risarcimento del danno in forma specifica non esaurisce in sè, di regola, tutte le possibili conseguenze dannose del fatto lesivo - ed in particolare quelle prodottesi prima che la riduzione in pristino sia materialmente eseguit ...

Al fine di verificare la necessità o meno dell'autorizzazione per un CdR comunale, occorre in concreto verificare se si sia in presenza di un centro di raccolta dei rifiuti e se il centro sia rispondente ai requisiti indicati dai DM citati dovendosi escludere, in caso affermativo, per le ragioni esposte, la necessità di autorizzazione regionale e, dunque la configurabilità del reato per il mancato rilascio. E dunque solo nel caso in cui si verifichi la non rispondenza alle previsioni indicate o si accerti l'effettuazione presso il centro di raccolta di attività che esulano dalla funzione propria di essi, si potrà valutare la necessità dell'autorizzazione regionale traendo le necessarie conseguenze sul piano penale dalla sua mancanza.

La sentenza riguarda le limitazioni allo spandimento in agricoltura dei fanghi biologici prodotti dagli impianti di depurazione delle acque reflue e la LR applicabile. Il Collegio reputa che fosse necessaria una qualsiasi forma di concertazione o, quanto ...

Secondo il Collegio l’obbligo di pulizia incombe doverosamente in capo all’ente proprietario della strada, ovvero al concessionario (nella specie l’ANAS), del raccordo autostradale non soltanto “per il nastro stradale”, ma anche per le piazzole e tutte l ...

Secondo la Corte deve affermarsi il principio secondo il quale i materiali provenienti da demolizioni rientrano nel novero dei rifiuti in quanto oggettivamente destinati all'abbandono, l'eventuale recupero è condizionato a precisi adempimenti, in mancanza ...

La ricorrente censura il capitolato d’appalto nella parte in cui prescrive, a pena di esclusione, l’invio di campionatura di contenitori monouso poichè l’art. 8 del DPR n. 254/03 consente - senza tuttavia stabilire l’equipollenza delle due tipologie di contenitori esterni (che sarebbe, peraltro, irragionevole, atteso che un contenitore si elimina, l’altro si ricicla) - di effettuare la raccolta ed il trasporto dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo anche avvalendosi del contenitore esterno riutilizzabile (previa idonea disinfezione ad ogni ciclo d'uso)

La norma prevedeva quindi, come del resto prevede tuttora, un complesso di requisiti che costituiscono condizione necessaria per l'applicazione alle terre e rocce da scavo della particolare disciplina fissata dall'art. 186. In mancanza anche di una sola d ...

I giudici di merito hanno, infatti, accertato che nel cantiere edile era stato accumulato alla rinfusa un consistente quantitativo di rifiuti eterogenei in parte dato alle fiamme, come direttamente costatato da agenti della Polizia provinciale che videro ...

Dalla sommaria descrizione dei fatti contenuta in motivazione è dato apprendere che, nell'ambito di una verifica presso un cantiere a seguito del rinvenimento di rifiuti interrati risalenti ad alcuni decenni addietro, veniva constata la presenza di altri ...

Il Tribunale ha ritenuto mancante la dimostrazione oggettiva della sussistenza di tutti i presupposti previsti dalla speciale disciplina delle terre e rocce (art.186) da scavo e del deposito temporaneo (art. 183), così come ha ritenuto inconferente la ri ...

Ogni attività di deposito temporaneo, quindi in mancanza di espresse norme in contrario, assenti con riguardo al caso di specie, non contempla né consente il movimento dei rifiuti stessi in altro luogo. In base al parere dell’ASL, pertanto, la xxxxxx non poteva comunque ritenersi legittimata a spostare altrove le lastre asportate. Lo spostamento effettuato, ed il conseguente collocamento dei rifiuti nel capannone in cui sono stati rinvenuti, infine, non possono nemmeno ritenersi leciti in base ad altre norme. Le modalità di trasporto dei rifiuti sono infatti quelle di cui all’art. 193 del d. lgs. 152/2006 più volte citato, e prevedono senza eccezione alcuna che il materiale trasportato sia accompagnato dal formulario nella specie omesso; affermare poi, come fa la ricorrente, che lo spostamento delle lastre di cemento amianto di che trattasi dal cantiere in Scanzorosciate al capannone aziendale in Seriate, ovvero fra due località ad apprezzabile distanza l’una dall’altra, costituisca non trasporto ai sensi dell’art. 193 ma “mera movimentazione” costituisce artificio verbale.

La Corte ha esattamente qualificato l'attività esercitata come attività di stoccaggio di rifiuti convogliati in un'area (la cd. "isola o piazzola ecologica", da ritenersi pacificamente centro di stoccaggio dei rifiuti necessitante per la ...

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